Il concerto in programma per sabato 21 maggio, alle ore 21 nella Chiesa di Santa Cristina della Fondazza (Piazzetta Morandi 2) offrirà al pubblico un’esperienza decisamente varia. Nella prima parte, il Coro del Collegium presenterà due brani di Franz Schubert: Gott der Weltschöpfer e Mirjams Siegesgesang; quest’ultimo brano vedrà la partecipazione del soprano Clara La Licata e di Lorenzo Capostagno al pianoforte. Nella seconda parte del concerto il coro torinese proporrà invece una serie di melodie tradizionali da tutto il mondo: il nome PoliEtnico, infatti, esprime sia le diverse provenienze dei coristi (20 paesi e tutte le regioni italiane) sia le scelte di repertorio, che è improntato alla multiculturalità e al multilinguismo. A chiudere un concerto, nella migliore tradizione di MusicAteneo, i due cori eseguiranno insieme un brano del compositore ucraino Maksym Berezovskyj Per tutta la terra: un messaggio di pace quanto mai necessario, di questi tempi.
PROGRAMMA DEL CONCERTO
Coro del Collegium Musicum
FRANZ SCHUBERT
Gott der Weltschöpfer, D 986
Mirjams Siegesgesang, D 942
PoliEtnico
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY
Richte mich Gott, Op. 78 No. 2
GYÖRGY DEAK-BÁRDOS
Eli! Eli!
LARS JANSSON – GUNNAR ERIKSSON
To the Mothers in Brasil
MIKLÓS KOCSÁR
Jubilate Deo
TRAD. SPIRITUAL
Crucifixion
JOAN MANUEL SERRAT
Cantares
LES LUTHIERS
Il teorema di Talete
CANTO TRAD. DELLA TURCHIA
Suda balik
CANTO TRAD. DEL CHILE
Ya se va
CANTO TRAD. DELLA TANZANIA
Amezaliwa
PoliEtnico e Coro del Collegium Musicum
MAKSYM BEREZOVS’KYJ
Во всю землю
(Per tutta la terra)
Qualche nota sul brano Mirjams Siegegesang
Allora Miriam, la profetessa, sorella di Aaronne, prese in mano il tamburello, e tutte le donne uscirono dietro a lei coi tamburelli e con danze. E Miriam cantava loro: «Cantate all’Eterno perché si è grandemente esaltato; ha precipitato in mare cavallo e cavaliere».
Queste parole dal libro biblico dell’Esodo formano il nocciolo del testo di Mirjams Siegesgesang, poesia di Franz Grillparzer scritta appositamente per Schubert. Gli israeliti sono appena fuggiti dall’Egitto, e all’inizio di questa cantata Schubert ci presenta Miriam, tamburello in mano, che conduce la danza esortando tutti a lodare il Signore con i loro strumenti.
Dopo l’allegra introduzione, viene descritto in parole e in musica la storia dell’esodo, con una serie di movimenti ben distinti che possono ricordare un oratorio barocco. Prima si descrive il passaggio del Mar Rosso; il Signore conduce il suo popolo come un pastore, ed è una melodia pastorale che illustra il testo. Ma torna la paura; sull’orizzonte si scorge l’esercito del Faraone, la musica diventa subito drammatica e il pianoforte imita il ritmo minaccioso dei cavalli al galoppo. Il nemico sta arrivando velocemente, attraversando il mare lungo il corridoio ancora aperto. Ma poi succede il secondo miracolo: scoppia la tempesta, e una musica violenta descrive il crollo dei muri di acqua e il mare che distrugge la cavalleria egiziana. Torna la calma, e in un movimento con tipico andamento barocco, in tempo ternario con ritmi puntati, Miriam si rivolge al Faraone, sotto il mare nell’abisso “nero come la tua anima”, mentre, compiuto il gesto terribile, il mare torna placido.
Dopo la narrazione torna la danza iniziale, e poi Schubert conclude tutto con una gioiosa fuga corale.
La fuga finale è un riferimento ancora più chiaro alla tradizione dell’oratorio handeliano, e Mirjams Siegesgesang assomiglia in effetti a una scena d’oratorio. Anche se Händel non è mai stato a Vienna, l’influenza dei suoi oratori era importante. Mozart ha scritto nuove orchestrazioni per Messiah e altri brani di Handel, e Haydn ha trovato in loro l’ispirazione per il suo grande oratorio La Creazione. Beethoven ne era un ammiratore, e negli ultimi mesi della sua vita ha ricevuto da Londra un apprezzatissimo regalo, la prima opera omnia di Handel in 40 volumi. E questo regalo è stato forse determinante per la forma atipica di Mirjams Siegesgesang nella produzione di Schubert. Dopo la morte del compositore la biblioteca di Beethoven è passata a un certo Anton Schindler, amico comune di Beethoven e Schubert, e sembra molto probabile che Schubert abbia avuto la possibilità di esaminare proprio i volumi handeliani altrimenti introvabili a Vienna. Sarà forse da questa scoperta che nasce la sua decisione di intraprendere uno studio tecnico del contrappunto e la sua idea per questa scena d’oratorio?
Secondo una testimonianza dell’epoca Schubert intendeva orchestrare l’accompagnamento pianistico di Mirjam, e in quella forma probabilmente avrebbe ricordato ancora di più le opere che l’hanno ispirato. Per Schubert, come per Haydn 30 anni prima, questa scoperta avrebbe forse potuto indicare una nuova direzione come compositore di grandi oratori? Purtroppo era il 1828, e Schubert morì all’età di 31 anni senza sentire la prima esecuzione di Mirjam, avvenuta il 30 gennaio 1829. Che quest’opera sia una curiosa composizione atipica o l’inizio di qualcosa che il destino non ha permesso di continuare, rimane un affascinate elaborazione musicale del drammatico racconto del vecchio testamento.
Note sul programma a cura di David Winton.
Il concerto inizia alle ore 21 – Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Qui i dettagli.
Per tutta la permanenza nella sala sarà obbligatorio indossare la mascherina FFP2.